mercoledì 26 ottobre 2016

Step 10: Un'emblematica aragosta

Ci siamo mai chiesti che cosa c'è dietro a tutti quei simboli che fanno parte della nostra vita quotidiana, dal logo del nostro caffè preferito alla nostra borsa preferita. Non ci si sofferma mai a chiedersi il perché  siano fatti proprio in quel modo e proprio con quei colori, ma dietro di essi ci sono una moltitudine che ha portato a fare di quella azienda o prodotto quel simbolo; infatti per definizione di logo si intende un insieme di simboli, grafici e tipografici, che identificano un’azienda o un prodotto in modo esclusivo allo scopo di distinguerla dai competitors.
È di facile intuizione come l'uso dei colori diventa di fondamentale importanza, il colore aragosta è utilizzato nel logo della Bower: 

Bower è un package manager progettato per Javascript, utile agli sviluppatori perché consente di costruire un’applicazione, appoggiandosi a librerie o utilizzando framework per rendere il lavoro più semplice, flessibile, estendibile, ed eventualmente modificabile da altri sviluppatori; in questo modo consente allo sviluppatore di risparmiare molto tempo nella predisposizione di un progetto, e anche di essere sempre aggiornati evitando le versioni obsolete delle librerie.
Il logo è stato progettato da Dave DeSandro e Isacco Durazo, illustra un uccello che sta eseguendo la sua danza appassionata di accoppiamento. Come colori oltre il color aragosta che è il  predominante, ritroviamo: il blue, il verde, il giallo, il marrone scuro e il grigio chiaro.

martedì 25 ottobre 2016

Step 9: L'abbecedario

A come Animale
B come Banchina
C come Crostaceo 
D come Decapoda
E come Echinoderma
F come Fondale
G come Gregaria
H come Habitat
I come Invertebrato
L come Lessa
M come Mediterraneo
N come Napoletana 
O come Oceano
P come Palinuro 
Q come Quotazione
R come Rosso
S come Spaghetti
T come Tropomiosina
U come Urla
V come Vino
Z come Zuppa 

sabato 22 ottobre 2016

Step 8: La saggezza popolare dell'aragosta

Si sa noi italiani siamo molto superstiziosi e scaramantici, ma come tutto il resto del mondo dall'altro canto, crediamo che se ci attraversa un gatto nero la strada porti sfortuna, così come se si passa sotto una scala. In Cina, il numero 4 porta sfortuna, e con esso tutti i numeri che terminano per 4, come 14 e 24, che se possibile vengono evitati, questa superstizione è talmente sentita, unita al fatto che “quattro” si pronuncia in modo simile a “morte”, che alcuni architetti non mettono addirittura nei palazzi il quarto piano.
Vediamo l'aragosta come entra a far parte di questo mondo di superstiti e credenze popolari:
  • Durante plenilunio, la fase nella quale la luna raggiunge l’intensità massima e tutta la faccia visibile dalla terra appare illuminata, si dice che i granchi e le aragoste sono più pieni e polposi
  • A Capodanno oltre agli alimenti porta fortuna che non devono assolutamente mancare sulla tavola di Capodanno, ce ne sono anche un paio che sarebbe meglio evitare, l'aragosta è uno di questi, perché i granchi camminano all’indietro e sono, perciò, simbolo di arresto al progresso e al miglioramento
  • Durante un sogno se si sogna l'aragosta cotta non è di buon auspicio perché preannuncia inganni
  • Se viene scorta un'aragosta viva tra le alghe o in un vivaio indica buoni consigli
Un altro aspetto della nostra vita quotidiano che deriva dalla saggezza popolare sono i proverbi, cioè  delle frasi brevi di forma sentenziosa, codificati nella memoria collettiva o tramandata in forma scritta, che enuncia una verità ricavata dall’esperienza e presentata come conferma di un’argomentazione, ovvero come regola o ammonimento ricavabili da un fatto. 
I proverbi, così come i detti popolari, possono far parte della cultura di una nazione come possono essere peculiare di una particolare regione, ad esempio per l'aragosta abbiamo:
  • "Su cavunu narada mali de s’aligusta" (proverbio sardo): "Il granchio parla male dell’aragosta"
  • "Parini u purpu a murena e l'arigusta" (proverbio dei pescatori isolani): "Sembrano il polpo la murena e l’aragosta"
  • "Ogni aragosta ha la sua luna" (proverbio sardo)
  • "Meglio un'acciuga ar mare che un'aragosta al lavoro" (proverbio livornese)
  • "A lobster loves water, but not when he's cooked in it" (proverbio senegalese): "Un'aragosta ama l'acqua, ma non quando viene cucinata in essa"
  • "A sleeping lobster is carried away by the current" (proverbio filippino): "Un'aragosta addormentata è portata via dalla corrente"

venerdì 21 ottobre 2016

Step 7: "L'aragosta" nel cinema

Nel cinema l'uso dei colori è fondamentale, infatti le fasi preliminari per la realizzazione di un film riguarda proprio lo studio delle scenografie da parte dello scenografo e questo include lo studio delle "palette", ovvero quella gamma di colori che verrano utilizzati nell'uso e nello sviluppo sia delle scenografie che dei costumi.
Chi meglio di Sebastian dal film Disney "La Sirenetta" per rappresentare l'uso del colore aragosta nel cinema, ma ci sono tanti altri film dove possiamo vedere l'utilizzo lo ritroviamo, eccone alcuni esempi:
Paura e delirio a Las Vegas, di Terry Gilliam, 1998

I Tenenbaum, di Wes Anderson, 2001

Edward mani di forbice, di Tim Burton, 1990

Pocahontas, di Mike Gabriel & Eric Goldberg, 1995

Toy Story, di John Lasseter, 1995



Step 6: La scienza e l'aragosta

L'aragosta è un crostaceo noto dalla più remota antichità: Aristotele lo descrisse col nome di κάραβος, Plinio e gli scrittori latini lo chiamarono locusta, voce pure usata nel Medioevo e nella Rinascenza. Con l'istituzione della nomenclatura linneana, l'aragosta fu detta in diversi modi, finché Latreille, entomologo e aracnologo francese, nel 1804, riferendola al genere Palinurus, istituito da Fabricio per altra specie, le diede il nome tuttora in uso di Palinurus vulgaris.
Nel corso non è stato facile l'identificazione delle varie specie come le conosciamo oggi, per quanto riguarda l'aragosta dobbiamo della sua conoscenza al trattato scientifico "Histoire naturelle, générale et particulière des crustacés et des insectes" del già citato zoologo Pierre André Laitreille.
Ad oggi vi sono molti istituiti scientifici che studiano questo crostaceo caratteristico per il suo colore peculiare, di seguito alcuni:

All'University of Prince Edward Island esiste il Lobster Science Centre, un centro di ricorre all'interno dell' Atlantic Veterinary Collage, dedicato alla conduzione di ricerca di base e delle applicazioni nel campo della salute dei crostacei. La ricerca è focalizzata sull'applicazione dei principi della medicina veterinaria per la pesca di crostacei regionali (aragoste, granchi e gamberi neve). I progetti di ricerca riguardano la formazione di personale altamente qualificato in studi universitari in tutti gli aspetti della salute crostacei con l'obiettivo generale del focus della ricerca è verso il miglioramento della conoscenza sulle diverse specie di crostacei per la sostenibilità del settore crostaceo.

Il Lobster Program è il più longevo, in corso, del Department of Marine Resources. Questo  programma ha raccolto dati statistici sulla popolazione di aragoste lungo la costa del Maine da oltre 40 anni. E' responsabile di numerosi studi, tra cui il Biological Studies Program, il programma si estende a molti aspetti che riguardano l'aragoste da punto biologico e commerciale, ad esempio vengono analizzati i fattori che influenzano le dinamiche di popolazione di aragosta del Maine.

mercoledì 19 ottobre 2016

Step 5: I colori e la musica

...But I see your true colors
Shining through
I see your true colors
And that's why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors
True colors are beautiful
Like a rainbow...
(Colours, Cyndi Lauper)


La musica, un po' come i colori, è un strumento di comunicazione fondamentale nella nostra vita, spesso facciamo parlare una canzone al posto nostro, un po' come quando siamo tristi e ci vestiamo a tinte scure; così lasciamo parlare loro al posto nostro o comunque ci facciamo aiutare. I colori quindi sono utilizzati dagli artisti di tutto il mondo nei testi delle loro canzoni per trasmetterci un emozione, un particolare stato d'animo, o per trasmettere un messaggio:

...nel progetto co'n progetto definito in zone
mangio la sua sorca rossa come un'aragosta a colazione
scrumbled uova de borbuka hosted in the jungle c'ho fatto la buca...
(The Chef, Noyz Narcos & Fritz Da Cat)

...niente mare a Ferragosto con quel che costa piuttosto 
ti porto a mangiar un'aragosta in quel posto...
(Nei Guai, Emis Killa ft. Tormento)

...The money turned my noodles into pasta
The money turned my tuna into lobster...
(Monster, Meek Mill)

...Esperando que me des un call, 
pa darte amor, 
una vuelta por la costa, 
hablale y vuela la roca, 
pulpo, cabiche y langosta...
(Un Call, Nejo & Dalmata)

giovedì 13 ottobre 2016

Step 4: Il mito e i colori

L'uso dei colori ai giorni nostri è molto importante poiché dietro ogni colore si nasconde un simbolismo ormai consolidato nei secoli, ma le radici di questi significati possiamo ritrovarle nei miti e negli scritti degli antichi: dal mondo greco a quello romano ma anche dal mondo buddhista e tanti altri.
Nelle civiltà antiche l'uso dei colori era strettamente correlano al modo religioso, con il termine religioso però non si vuole intende solo il culto del dio o degli dei ma anche tutta la realtà legata alla magia che si pensava essi possedessero.

L'uso del colore aragosta ovviamente non lo ritroviamo di per se nella mitologia ma dobbiamo riferirci al rosso, il quale è predominante nella sua composizione.

Il colore rosso sin dalla preistoria è stato uno dei simboli della guerra essendo il colore del fuoco e delle fiamme, due strumenti di vendetta e distruzione; favorì così l'analogia rosso-sangue-omicidio. Inoltre si ritrova nell'astrologia lo stesso simbolismo dovuto al fatto che il pianeta Marte prende il nome dall' omonimo dio romano, il dio della guerra.

Il rosso, inoltre, è assolutamente simbolo di potenza, alta dignità, ricchezza, sovranità infatti lo ritroviamo negli arredamenti sacri, nelle vesti e nei mantelli delle statue divine, negli indumenti e nei troni dei sovrani del mondo greco e romano. Tant'è che nell'età tardo-imperiale romana, così come nel periodo ellenistico greco, perde il suo significato sacro ma diventa puro segno di superficialità a causa dello sfarzo ed esagerata ricchezza.

Mentre per la cristianità il rosso simboleggiava esotericamente lo spirito santo e simbolo di sacrificio dell'iconografia, il cristo è spesso rappresentato con un manto rosso sopra ad una veste bianca: il simbolismo del rosso che si sostituisce al sangue del sacrificio permane nel rito dell'Eucarestia, rappresentato dal vino rosso.


Anche nell'arte buddhista il rosso è il colore dei rituali e delle azioni potenti, il colore della passione. Si può notare, in uno dei cinque Buddha trascendentali, personificazioni degli aspetti astratti del Buddha, che si dice favoriscano il processo di trasformazione in cui specifiche negatività umane sono cambiate in qualità positive. In particolare, si ritiene che, meditando sui singoli colori che contengono le loro rispettive essenze, possono essere conseguite le seguenti metamorfosi: il rosso trasforma l'illusione di attaccamento nella saggezza del discernimento.

martedì 11 ottobre 2016

Step 3: L'identificazione

Per far riferimento a qualcosa dei giorni nostri occorre dargli un nome, ma spesso il nome di per se non basta poiché quasi sempre una sola parola ha più significati e quindi può riferirsi a molte cose. Lo stesso si può dire per le persone: a volte non basta sapere il nome e il cognome di qualcuno per identificarlo in modo univoco ma bisogna conoscere altre informazioni aggiuntive come ad esempio il codice fiscale, la data di nascita, ecc... 
Per quanto riguarda i colori, come sappiamo, in natura esisto un'infinità sfumature anche di un solo colore, quindi quali sono i "nomi" e le informazioni necessarie per identificare univocamente un colore? 
Un determinato colore viene identificato tramite un codice, il colore aragosta a seconda del modello di classificazione viene classificato con i seguenti criteri:
HEX colour code: ed7465 
RGB colour code: (237;116;101)
CMYK colour code: (0;51;57;7)
HSV colour code: (7°;57%;93%)

Esistono inoltre poi dei cataloghi a cui possiamo fare riferimento per identificare il colore aragosta:

Come visto dagli esempi riportati il colore aragosta viene identificato da una serie di codici molto differenti tra di loro per questo è importante specificare sempre qualora se ne dovesse fare uso a quale modello o catalogo il codice si riferisce.

domenica 9 ottobre 2016

Step 2: Internazionality

Dopo aver visto come viene contraddistinto il colore aragosta cerca di capire invece da dove proviene proprio la parola "aragosta".
Aragóstasostantivo femminile, dal latino locŭsta ovvero "cavalletta" e "aragosta", per agglutinazione e falsa deglutinazione dell’art. [l]a locusta.  
1. Crostaceo decapode della famiglia palinuridi, i cui esemplari sono tra i più grandi crostacei delle acque marine, con corpo cilindrico che può raggiungere i 50 cm di lunghezza, caratterizzato da due antenne lunghissime e sottili e da una larga pinna caudale. Vivono lungo le coste rocciose atlantiche e del Mediterraneo, dove sono attivamente pescate, o allevate in vivai, costituendo un cibo prelibato. 
2. In funzione di aggettivo e s. m. invar., color rosso arancio, che richiama nella tonalità il colore del crostaceo omonimo
Ora che sappiamo il significato etimologico della parola "aragosta" andiamo a scoprire come viene tradotta nel resto del mondo.

     Aragosta

  • lobster color (inglese)
  • couleur de homard (francese)
  • color de la langosta (spagnolo)
  • hummer farbe (tedesco)
  • color locusta  (latino)
  • χρώμα αστακό (chróma astakó) (greco)
  • омаров цвет(omarov tsvet) (russo)
  • 龙虾颜色 (lóngxiā yánsè) (cinese)
  • اللون جراد البحر (alllawn jarad albahr) (arabo)
  • kreef kleur (afrikaans)
  • ıstakoz rengi (turco)
  • ကျောက်ပုစွန်အရောင် (kyawwat puhcwan aaraung) (birmano)
  • jastog boja (bosniaco)
  • lobster kulay (filippino)
  • ...

Le informazioni riportate nel post provengono dal sito http://www.treccani.it/vocabolario/aragosta/

venerdì 7 ottobre 2016

Step 1: Il colore aragosta

In questi giorni ho iniziato a frequentare il corso "Storia delle cose. Anatomia e antropologia degli oggetti" presso il politecnico di Torino, dove studio ingegneria dell'edilizia. Un corso totalmente differente da quello a cui sono abituata, non si studia fisica o scienza delle costruzioni ma si parla di "parole" e di "cose" per l'appunto.
Si parla per l'appunto delle cose, qui vi riporto una definizione  http://www.treccani.it/vocabolario/cosa/, e in particolare i colori delle cose.
A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni. (Alessandro Baricco dal libro "Castelli di rabbia")
I colori come riporta la frase di Alessandro Baricco giocano un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana, poiché il colore è una caratteristica dominante delle cose e quindi ci permettono, a primo impatto, di avere una percezione positiva o negativa di esse; infatti secondo degli studi si dice che l'essere umano sceglie ciò che gli piace in un arco di tempo minore di trenta secondi. 
In natura esistono un infinità di totalità di colori differenti ma tutte queste hanno un origine comune, diciamo una sorta di colori principali da cui possiamo tramite diverse combinazioni ricavare tutti gli altri, esistono però diverse teorie sulle basi delle quali vengono scelti i colori principali, qui vi riporto il modello RGB: un modello introdotto nel 1931 dalla CIE, è un modello additivo che si basa su i tre colori rosso (Red), verde (Green) e blu (Blue); per altre informazioni sul modello https://it.wikipedia.org/wiki/RGB

Il colore sul quale sarà incentrato il mio blog è il colore aragosta: fa parte della famiglia del colore rosso infatti è composto nel seguente modo: 92.9% rosso, 45.5% verde e 39,6% blu; inoltre esso ha un angolo di tinta di 6.6 gradi, una saturazione del 79.1% e una luminosità del 66.3%.



Queste, ed ulteriori, informazioni riguardanti il colore sono reperibili dal sito http://www.colorhexa.com/ed7465